Orvieto

Orvieto

L’antica Urbis Vetus sorge su un’alta rupe di tufo biondo sulla valle del Paglia, ai confini tra Umbria e Lazio.

La storia però ci racconta che al tempo dei tempi era un’isola di un golfo tirrenico. All’interno della città, che non ha mai avuto bisogno di vere e proprie mura di cinta, perché la sua stessa posizione era una sicura protezione, è un susseguirsi di case, monumenti e chiese che raccontano tutta la sua storia, dagli etruschi allo Stato Pontificio passando per il Medioevo e il Rinascimento.

Partendo da piazza della Repubblica, dove sorge il Palazzo Comunale, risalente al 1216 e la chiesa di S. Andrea del secolo VI, di aspetto romanico con a fianco una torre campanaria dodecagonale, ambedue ricche di stemmi e affreschi, inizia il Corso Cavour fiancheggiato da palazzi storici e dal Teatro Comunale, possiamo ammirare anche la torre del Moro che faceva parte del Palazzo Pontificio e dove i cavalieri medioevali correvano la Quintana, una giostra durante la quale gli stessi rompevano la loro lancia contro la testa di un saraceno.

La più grande piazza di Orvieto è piazza del Popolo ove sorge il Palazzo del Capitano del Popolo, costruito interamente in tufo. E’ di stile romano-gotico e fu sede papale. Di fronte si trova il Palazzo Bracci e la chiesa di S. Rocco, romanica e con affreschi del Signorelli.

Una visita a parte merita il Duomo, dedicato all’Assunta, patrona della città e costruito per celebrare il famoso miracolo eucaristico di Bolsena avvenuto nel 1623, quando un prete boemo, durante la celebrazione della messa, presso la tomba di S. Cristina a Bolsena, di fronte ai suoi dubbi circa la verità dell’ostia, vide stillare sangue dalla stessa. Il sacerdote si recò dal papa che risiedeva ad Orvieto a mostrare il lino insanguinato. Da qui fu istituita la festa del Corpus Domini e si avviò la costruzione del grandioso tempio che, nel corso degli anni ha visto la presenza di scultori e architetti di chiara fama tra cui Arnolfo di Cambio e Lorenzo Maitani. La facciata, ricca di marmi, mosaici e sculture è una vera e propria narrazione della sacra Scrittura.

Altrettanto maestoso e ricco è l’interno dove si possono ammirare affreschi di autori vari e altrettanto noti tra cui Beato Angelico, Luca Signorelli e Benozzo Gozzoli.

Palazzo Soliano accoglie il Museo Civico e dell’opera del Duomo e il museo Emilio Greco con le opere che lo stesso autore ha donato alla città. Altro interessantissimo monumento è il pozzo di S. Patrizio a struttura cilindrica, molto particolare rispetto alla norma, iniziato nel 1528 da Antonio da San Gallo il giovane per assicurare autonomia idrica alla città, sia per gli uomini che per gli animali.

Orvieto per tutto questo e per la sua vivacissima attività agricola – famosi i suoi vini -, artigianale – vedi le sue ceramiche – e industriale, è meta continua di turismo.