Gubbio

Gubbio

Le Tavole Eugubine, custodite nel Palazzo dei Consoli, scritte in antica lingua umbra, testimoniano le sue antiche origini.

Le case, le chiese e i monumenti raccontano tutta la sua storia passata dai Romani al Medioevo, alle Signorie e allo Stato Pontificio, fino all’unità d’Italia.

Particolare è il suo aspetto grigio, dovuto al calcare delle sue costruzioni. La città è dislocata alle pendici del monte Ingino e si sviluppa su tre livelli. In basso si apre piazza Quaranta Martiri che ricorda le vittime di una rappresaglia tedesca, ora trasformata in giardino pubblico, delimitata da una parte dalla chiesa di S. Francesco, ricca di affreschi che ricordano la vita del santo e in particolare l’incontro con il lupo che fu da lui ammansito e sul lato opposto dal loggiato dei tiratori dell’arte della lana, una potente corporazione del tempo.

La chiesa di S. Giovanni Battista, sull’omonima piazza, ha la facciata ornata da un ampio portale gotico ed è fiancheggiata da un bel campanile con finestre ogivali. Piazza della Signoria si presenta come un grande balcone che permette di spaziare sull’immenso panorama circostante. Qui si può ammirare: Palazzo Pretorio, ora sede del municipio e il Palazzo dei Consoli, medioevale costruzione in blocchi ornata di merli. Al suo interno il Museo Civico e la Pinacoteca Comunale conservano reperti di epoca romana e medioevale, nonché le già citate “Tavole Eugubine”. Nel punto più alto di Gubbio sorge il Duomo, di origine Romanica ma poi ricostruito in forma gotica. Al suo interno spiccano la Pietà di Dono Doni, un presepe della scuola di Pinturicchio e il trono vescovile, intagliato da Girolamo Maffei.

Il Palazzo Ducale fu eretto per Federico da Montefeltro su costruzioni preesistenti. Di forma rinascimentale vanta, al suo interno, uno stupendo cortile rettangolare in pietra serena.

La via dei Consoli è particolarmente caratteristica, sia per la sua forma larga e curvilinea, sia per il susseguirsi di case medioevali ben conservate. In una si può osservare la “Porta del Morto”, così detta perché da quella poteva uscire solo una persona deceduta o una che veniva cacciata per sempre e in uno slargo la “fontana dei Matti”, che, secondo un’antica pratica, permetteva di prendere la “patente da matti” se vi si facevano tre giri intorno. In cima al monte Ingino si trova la basilica di S. Ubaldo, patrono della città in cui sono conservate le sue spoglie.

La basilica, a cinque navate, è molto interessante per i suoi aspetti architettonici e artistici, ma ancor di più, per il fatto di conservare tutto l’anno i famosi “Ceri” usati il 15 maggio nella corsa dal Palazzo dei Consoli alla cima del monte in onore del santo patrono. Tutto ciò si svolge in costume medioevale come, d’altronde, il Palio della Balestra l’ultima domenica di maggio.

Queste manifestazioni, insieme all’albero di Natale più grande del mondo, allestito lungo il monte Ingino, con scene bibliche e antichi mestieri, con statue in grandezza naturale, all’arte della pregiatissima quanto elegante maiolica la cui lavorazione risale al ‘500 con la particolare tecnica del riverbero che dà ai colori dei manufatti una luce particolare, e alla lunga tradizione culinaria che spazia dalle carni ai formaggi, al tartufo bianco e nero diffusissimo in questo territorio, fanno di Gubbio un’attrazione turistica permanente.